Francesco Pinto

Francesco Pinto docente f. r. presso l’Università degli Studi di Bari Aldo Moro in Scienze e Tecnologie Animali. L’attività scientifica è testimoniata da 114 pubblicazioni edite su riviste del settore e la partecipazione a diversi congressi scientifici. Nel 1990, nell’ambito del XXV Simposio Internazionale di Zootecnia Nuove Frontiere della Fisiologia della Nutrizione dei Ruminanti, tenutosi presso l’Università Statale di Milano, è stato insignito del Premio Internazionale Telesforo Bonadonna per aver presentato il lavoro più innovativo. Le sue attività scientifiche più significative sono state rivolte, particolarmente, su due filoni di ricerca ancor’oggi innovativi: l’uso zootecnico dei sottoprodotti del Cartamo ( Carthamus tinctorius L.) e la Produzione quanti- qualitativa del Latte di Asina. La prima una oleaginosa erbacea caratterizzata in numerose cultivar ricchi di acidi grassi molto simili a quelli dell’olio di oliva. La seconda è stata artefice della
rivalutazione della specie asinina destinata, altrimenti, all’estinzione, creando in tal modo, una vera e propria filiera zootecnica prima inesistente e che vede oggi impegnati nel settore diverse realtà aziendali. Nel sociale è stato impegnato, sin da adolescente, nell’attività sportiva agonistica e successivamente dirigenziale. In questa veste è stato chiamato dal Comitato Regionale Pugliese della F.C.I. dove ha istituito e
successivamente diretto il settore MTB per circa un ventennio. Da sempre appassionato di fotografia. Nei primi anni Settanta si è interessato al settore audiovisivo realizzando diversi diaporama. Con l'avvento del digitale, il lento declino della pellicola e l'accavallarsi dei numerosi impegni didattici e scientifici, ha accantonato questa passione per parecchio tempo per riprenderla più tardi fondando il Photoclub Alberobello, circolo affiliato alla FIAF. In questa veste di fotoamatore l’attività più significativa è stata la realizzazione di questo testo, L’Opera di Antonio Curri per l’ultima dimora, cronistoria di un monumento, documentando le parti più interessanti del cimitero del paese, spiegando con dovizie storiche e con fotografie in chiave alta e stampa in bicromia, una architettura importante tipica del periodo storico in cui è stata realizzata, a cavallo tra il fine Ottocento e la prima metà del Novecento.

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