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Per Aspera. Sei il mio Pastore, non manco di nulla

Un pesante, doloroso lockdown di sentimenti, di eventi: PER ASPERA! Il bisogno, la volontà, la forza di cercare ancora per sé e per tutti la Resurrezione, in una narrazione insolita, quasi impossibile.


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L’enciclica di papa Francesco FRATELLI TUTTI ha coronato il grande gesto d’amore sulla fraternità del 27 marzo 2020 in piazza San Pietro a Roma. Un solenne richiamo che denuncia quello di cui siamo capaci contro “gli estranei che incontriamo sulla strada”. “Chiunque di noi può lasciarsene interpellare” (56). Non è semplice intervistare e raccontare la storia di un confinamento, di una spogliazione, di una grande sofferenza inferta a un sacerdote, sin dal 4 maggio 1992, vissuta per lunghissimi anni. Vessato e perseguitato dalla “paternità” di vescovi e loro collaboratori, dalla modalità di gestione del Codice di Diritto Canonico anche ai diversi livelli della Chiesa. Condannato senza processo e senza l’esibizione delle prove, obbligato solo all’obbedienza, sotto la minaccia permanente del vescovo, sempre pronto alla sospensione a divinis e alla riduzione allo stato laicale, brandite come clava. Altro che pastorale! Alla ricerca affannosa, ma determinata di Giustizia e Verità, ma tutta, per il nostro intervistato, PER ASPERA, nelle sofferenze. Il bisogno di capire il perché di tanto accanimento, consumato nell’ipocrisia più intollerabile. Una scoperta che l’intervista rivela e documenta. Isolato anche dagli stessi confratelli, costretti ad essere penalizzati da vescovi che ritengono di avere ogni diritto su di loro. Impediti ad impossibili anche minime relazioni formali di solidarietà, pagate con subdole ritorsioni, a caro prezzo. Il bisogno di penalizzare quell’ “uomo che scendeva da Gerusalemme a Gerico, caduto nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percorsero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto” (Lc 10, 25-37). Solo S.S. san Giovanni Paolo II chiede una svolta al caso e affida al Nunzio Apostolico in Italia la soluzione. Un ricamo raffinato di diplomazia e di amore al Signore e alla Chiesa dell’Arcivescovo mons. Francesco Colasuonno, divenuto cardinale. La vicenda? Un pesante, doloroso lockdown di sentimenti, di eventi: PER ASPERA! Il bisogno, la volontà, la forza di cercare ancora per sé e per tutti la Resurrezione, in una narrazione insolita, quasi impossibile.

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