Il progetto “La città delle donne” (3 dicembre 2016-31 luglio 2017), articolato in numerose e varie iniziative e attività culturali per celebrare il 750° della nomina e dell’insediamento di Dameta, prima badessa nel monastero di S. Benedetto di Conversano, mi ha dapprima sollecitato a una nuova lettura e tesi storica, successivamente portato al rinvenimento di una “nuova” badessa, Isabella Ghezzi, nome assente nella cronotassi badessale, poi indotto a riproporre la mia ricerca cultuale mariana con l’aggiornamento delle nuove segnature archivistiche e con l’integrazione delle attestazioni epigrafiche, e infine, in concomitanza anche con la mostra del “tesoro” di S. Benedetto (26 gennaio-31 maggio 2017), invogliato a esplorare il patrimonio cultuale delle chiese di Conversano nei documenti archivistici. Gl’inventari che si avvicendano nelle pagine successive, relativi ad arredi sacri e paramenti liturgici, non pretendono di essere uno strumento, certamente utile, di ricognizione nel passato per un raffronto e un rapporto statistico con il presente, perché in tal modo la loro funzione sarebbe riduttiva; né intendono proporsi come semplice e arida ostensione di tutto quell’apparato liturgico propedeutico all’esercizio cultuale svolto e partecipato: svolto direttamente dal celebrante, partecipato dall’assemblea del popolo in forma più di assenso generico e fideistico, che non di reale comprensione intellettiva, per quanto il mistero intrinseco lo consenta in ogni tempo, poiché la lingua del culto, la latina, restava allora incomprensibile e irriducibile a quella del popolo.


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Arredi sacri e paramenti nei documenti archivistici di Conversano
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