Descrizione
Il libro
Voglia di raccontare la storia dell’emigrazione italiana, verso il “nuovo mondo”, utilizzando materiale documentale e fotografico scoperto a seguito di ricerche effettuate con la collaborazione del fraterno amico dell’autore Franco Aloisio, desiderio di conoscere i motivi per i quali i nostri emigranti fossero considerati la “feccia del pianeta” e perché, pur innocenti, venissero processati e uccisi senza alcuna valida ragione, come avvenne a New Orleans e in Paraguay, hanno spinto Giuseppe Lovecchio ad investigare, all’età di 87 anni, l’esodo, che in centodieci anni portò all’estero, soprattutto nelle Americhe, più di 25 milioni di italiani, pari al totale della popolazione dell’Italia Unita.
L’autore
Giuseppe Lovecchio ha visitato i paesi più lontani del mondo con la Seace quale componente di commissioni economiche organizzate dalle Camere di Commercio di Puglia. Ha navigato lungo il Mississippi, ha ammirato l’altra metà del cielo in Sudafrica, a Jedda, in Arabia Saudita, ha visitato la piazza dove venivano lapidate le maddalene, tagliate le mani ai ladri, flagellati coloro che si macchiavano di reati minori. Si è commosso al cimitero di Arlingthon a Washintong: sulla tomba del presidente Kennedy una croce e una lapide di marmo su cui erano scritti solo nome e cognome. Ha pianto ad Auschwitz.Ha ammirato la città proibita di Pechino e la Grande Muraglia. È stato a teatro a Tokyo, a Leningrado e a Brodway (NewYork). Come componente di una commissione regionale ha visitato il centro nucleare di Caorso. Si discuteva della possibilità di creare nella Murgia, al confine con la Lucania, una centrale nucleare pugliese. Il compito della commissione non era solo quello di interrogare tecnici e personale sui rischi della centrale, ma anche sullo smaltimento delle scorie.
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