I volumi architettonici si ergevano addossandosi e incastonandosi nel perimetro trapezoidale del castello, creando così un gioco estetico di potenza e di deterrenza sul terrapieno collinare che degradava con rapido declivio e vista fino all’Adriatico; all’interno svettava la torre più antica, retaggio della dominazione normanno-sveva, con la sua possente forma rettangolare; tangente al perimetro Nord, più recente rispetto alla precedente ma visivamente imponente, la torre cilindrica; più graziosa e sempre tangente, la torre poligonale, espressione della nuova Weltaschauung umanistica con l’uomo quale centro del mondo. Ed è in questo contesto che si colloca la nostra torre poligonale. Essa reca infatti l’impronta degli Acquaviva d’Aragona, come recitano i due visibili stemmi comitali apposti. Per definirne la nascita avremmo quindi come estremo termine a quo il matrimonio del 1456 tra il conte Giulio Antonio Acquaviva e Caterina, figlia del potente principe di Taranto Giovanni Antonio Orsini del Balzo, già conte di Conversano dal 1440 al 1455, data ultima che comporterebbe l’ante quem non. Intanto gli stemmi inquartano anche l’arma aragonese di cui Giulio Antonio poté fregiarsi per i suoi meriti bellici in favore del re Ferrante di Napoli che gli conferì tale privilegio con diploma del 30 aprile 1479. È proprio questo quindi il nuovo a quo per stabilire la datazione della torre poligonale
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Una macchina bellica del sec. XV: la torre poligonale di Conversano
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"Docente di Rilievo architettonico nel Corso di studi in Architettura al Politecnico di Bari."
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