L’opera di Mons. Mariano Magrassi, monaco benedettino, esperto liturgista e vescovo del capoluogo pugliese per un ventennio, occupa un posto di particolare importanza nella vita e nella storia della Chiesa italiana della seconda metà del ‘900. Figura poliedrica, ha esercitato un influsso non secondario anche in alcune scelte magisteriali e pastorali dell’episcopato italiano post-conciliare. Erede delle migliori intuizioni del Movimento Liturgico e interprete intelligente del Vaticano II, ha improntato la sua teologia, la sua spiritualità e la sua pastorale, intorno alla centralità della liturgia. Il presente studio mette in luce questo contributo di Magrassi al cammino post-conciliare della Chiesa in Italia, illustrando la genesi del suo “stile teologico” e il suo riverbero in un modello pastorale che della celebrazione liturgica ha fatto il suo fulcro, mettendo a frutto la lezione patristica della mistagogia e facendo dell’iniziazione al Mistero la sua nota dominante. L’autore illustra, con abbondante riferimento agli scritti di Magrassi e alle linee guida del suo episcopato, la coerenza e l’equilibrio di un metodo di edificazione della comunità cristiana e di evangelizzazione del mondo, che mostra tutta la fecondità di una pastorale che dell’altare – cioè del Mistero celebrato – fa il suo punto di partenza e quello di arrivo.
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Per una pastorale ancorata all’altare
Erede delle migliori intuizioni del Movimento Liturgico e interprete intelligente del Vaticano II, ha improntato la sua teologia, la sua spiritualità e la sua pastorale, intorno alla centralità della liturgia.
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